3 lug 2017

UN PATTO CON GLI ABITANTI

I progetti di cicloturismo e i cicloturisti che passano così come sono vissuti dagli abitanti dei percorsi. Il caso delle puntine sparse sulle passerelle del Sile a Casier (TV)


Escursione giornaliera lungo il Sile fra Venezia e Treviso acd Girolibero domenica 7 maggio 2017. Il percorso qui, foto Giovanna.

Giovanna. L’occasione di riprendere in mano una delle prime proposte Barubici (2015) “Un patto con gli abitanti” mi è stata data da una discussione seguita online a metà giugno, in alta stagione cicloturistica. 

Per non trovarsi con le puntine sparse lungo i percorsi cicloturistici, è quanto mai necessario coinvolgere gli abitanti del percorso, sia nella fase progettuale che in quella di realizzazione del prodotto. Le Istituzioni, i Centri Studi e gli Operatori da soli non bastano, anche l’ultimo isolato Abitante, sentinella e curatore del luogo, deve essere coinvolto. I motivi e gli strumenti per farlo ci sono: la buona riuscita del viaggio dei cicloturisti e il telefonino, la distribuzione della ricchezza che portano e nuove regole, servizi aggiunti, perequazioni.

La breve istantanea discussione seguita al fatto delle puntine lungo le passerelle del Sile a Casier (TV) si chiude con una frase: “Sono sempre sbalordita quando succedono queste cose... senza parole…” , alla quale rispondo: “Sono lucida, vivo con i cicloturisti che passano e ho le parole per spiegare il fatto.” 


Sulle passerelle del Sile a Casier passano i cicloturisti degli itinerari regionali I2, I4 e della Ciclovia Muenchen Venezia, nonché tutti quelli intermediati dalle principali Agenzie viaggi che operano in provincia di Treviso (vedi etichette in foto). Dove richiesto, anche i Locali come i Turisti sulle passerelle hanno l’obbligo di scendere dalla bicicletta e farle a piedi.

Un patto con gli abitanti https://goo.gl/oVkQKP
La mia casa è… https://prezi.com/la-mia-casa-e/
Veneto in bicicletta, escursione E4 "Il Girasile" http://www.veneto.eu/itinerari/E4


Sommario

I. L’articolo on line che riporta il fatto delle puntine e la breve istantanea discussione seguita

1) E allora diciamolo che…
2) Con tutta la fatica e gli investimenti che facciamo...
3) Per ogni cicloturista che non tornerà…
II. Una possibile spiegazione del fatto e alcuni elementi di difesa
1) Gli abitanti non vogliono i cicloturisti
2) Gli abitanti non sono dementi, fuori di testa, ignoranti, imbecilli, pazzi, stupidi e non si vergognano
3) Gli abitanti possono fare a meno di 150 €
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Tempo di lettura: 7' + approfondimenti


I. L’articolo e la discussione

1) “E allora diciamolo che noi i cicloturisti NON LI VOGLIAMO...”

Puntine da disegno lungo le passerelle della Restera, la protesta dei ciclisti di Casier TrevisoToday, 2 foto, 45'' di lettura.

● Molti turisti fanno i finti tonti ● L'ignorante è sempre dietro l'angolo!! pazzesco!! ● Una vergogna, come vergognoso è imbrattare il segnale di divieto di passaggio in bici ● Puntine? Sono proprio fuori di testa... ● Basta mettere una persona o 2 che turnano durante il giorno, e chissà di sera e notte cosa passa!

2) ”Con tutta la fatica e gli investimenti di denaro (anche pubblico) che facciamo per portare turisti dall'Austria, dalla Germania e da mezza Europa... poi ci troviamo a che fare con l'imbecille di turno??? Propongo che gli operatori turistici si costituiscano parte civile contro chi commette questi atti.”

Allucinante quello che è accaduto ! Temevo ci fossero altri dementi, per fortuna si sono fermati! ● Ma se succedesse a me, in vacanza con i miei amici e o la mia famiglia, se dovesse succedermi una cosa del genere, ti garantisco che non finirei più di screditare quella località e tutto il sistema turistico di quell'area… gli imbecilli vanno fermati… Ad ogni costo…! ● Mah, gli imbecilli ci son dappertutto ed è doveroso, da parte degli organi di sicurezza, fermarli. Gli operatori turistici fanno solo ciò che meglio san fare, portare i turisti in un Italia che senza turismo non andrebbe più avanti, visto che le industrie le abbiamo già vendute e gli immobili pure.

3) “Per ogni cicloturista che non tornerà nel nostro territorio, anche per colpa dell'imbecille di cui al post precedente, l'economia Trevigiana ha perso 150 € al giorno…”

● Sono sempre sbalordita quando succedono queste cose... senza parole…

II. Una spiegazione del fatto e elementi di difesa

Segnavia ed etichette per cicloturisti a Casier (TV): E4, I2/I4, Muenchen-Venezia, Girolibero, Travelsport e Via Postumia
Escursione giornaliera lungo il Sile fra Venezia e Treviso acd Girolibero domenica 7 maggio 2017. Il percorso qui, foto Giovanna.

Giovanna. Durante un’escursione sul Sile, uno dei nostri accompagnatori si è raccomandato tanto di scendere tutti dalla bicicletta e di fare le passerelle a piedi. “Attenzione! - ha poi aggiunto - che la polizia locale è qui in borghese.” Le mie sorelle ed io ci siamo chieste il perché dei vigili in borghese sulle passerelle del Cimitero dei Burci e soprattutto se fare multe è coerente con la tanto bella promozione del Sile che da qualche anno si sta facendo (Consorzi, Enti, Istituzioni, Operatori e Reti).

Giugno 2017, le puntine sparse in prossimità dei cartelli che obbligano le bici a mano sono state una bravata, con la chiusura delle scuole c’erano tanti ragazzini in giro che non sapevano cosa fare. Le puntine sono state una ritorsione di uno arrabbiato per esser stato sorpreso e multato dal vigile: giù dalla sella Io, giù dalla sella Tutti! Oppure le puntine sono state messe da un abitante che stanco di veder passare ciclisti e cicloturisti si è fatto paladino del rispetto delle regole.

Nei tre casi le puntine sparse sono una protesta, ma sono anche una chiara espressione d’interesse: quel che succede sulle passerelle importa molto ai ragazzini di paese, ai ciclisti abituali e agli abitanti confinanti. Per realizzare un buon prodotto cicloturistico si ha bisogno del sostegno di Molti e questi soggetti sono probabilmente rimasti fuori dalla mappa degli stakeholder.

1) Gli abitanti non vogliono i cicloturisti

Per noi abitanti degli itinerari cicloturistici veneti i cicloturisti sono come una specie aliena
introdotta in un sistema in equilibrio, ne sappiamo poco e dobbiamo ancora adattarci. Abbiamo espressioni come “invasione silenziosa” ed “etichette vandale”, perché quando i cicloturisti passano non fanno rumore e le etichette dei Tour Operator sono dappertutto, ne compaiono di nuove ovunque.

Quando ci siamo accorti dei segnavia marroni di indicazione cicloturistica (2013), già non potevamo più scegliere se fare nostri i progetti ad essi collegati o se rifiutarli, perché il passaggio dei cicloturisti è stato istantaneo, per la forte azione di promozione fatta dalle istituzioni e simili.

Quell’inverno del 2013 avevamo pensato anche di staccare le etichette e di rispedirle al mittente, come azione di protesta, contro il nostro stesso interesse, arrabbiati per non essere stati coinvolti né dai Privati, né dalle Istituzioni, sapendoci però necessari alla buona riuscita dei progetti di entrambi.
Vogliamo uscire di casa con le nostre belle auto, le decapottabili e quelle d’epoca, vogliamo uscire con i trattori, le mietitrebbia e i carri dalle alte sponde carichi d’uva, vogliamo uscire con le nostre moto potenti e gli scooteroni, vogliamo uscire con i camion rimorchi carichi di terra e di ghiaia senza dover pensare anche ai cicloturisti che passano. Noi in strada dobbiamo lavorare. 

2. Gli abitanti non sono dementi, fuori di testa, ignoranti, imbecilli, pazzi, stupidi, non si vergognano

È semplice spiegare le puntine sulle passerelle del Sile etichettando gli autori del gesto come pazzi o ignoranti. Se ignorassero davvero sarebbero indifferenti, quindi non interessati ad intervenire sulle passerelle. Se fossero davvero pazzi, ogni indignazione sarebbe inutile, compresa quella del messaggio di “uno che in bici va a lavorare”.

La stupidità è proporzionale al danno collettivo arrecato e quello d’immagine è pesante, ma come detto sopra è il risultato di una mancata inclusione dei protagonisti del gesto nei progetti di cicloturismo di Casier.


Gli abitanti infine non devono vergognarsi di pensare e mettere in atto azioni di protesta, certo rispettose di regole condivise e soprattutto orientate ad un vantaggio collettivo. Sarebbe bastato studiare un attimo il caso delle passerelle dei Burci, chiamare a raccolta i diversi abitanti e testimoni del luogo per trovare alternative di protesta alle puntine sparse.

3. Gli abitanti possono fare a meno di 150 €

In tema di turismo, uno dei primi articoli di giornale conservato (2013) diceva che il 57% della spesa di un turista che viene da noi rimane in patria (studio Ciset). Se consideriamo l’intermediazione, i soldi poi finiscono davvero in poche tasche. Essendo improbabile che 150 € siano il 43% della spesa, gli euro effettivi spesi ogni giorno sul territorio da un cicloturista sono 64,5 a favore di: bar, gelaterie, officine, osterie, panifici, pizzerie, ristoranti, piccoli supermercati, trattorie, etc. Fra i ristoratori c’è qualcuno che dice che per l’euro che i cicloturisti lasciano non vale la pena attivarsi.

I numeri previsti non fanno impressione e in pochi ci credono: 500k cicloturisti l’anno sulla Ciclovia Muenchen Venezia. Nel frattempo però nella vecchia osteria di campagna lungo la Ciclovia Muenchen Venezia, questa estate lo spritz costa più di una birra. I cicloturisti consumano, pagano e lasciano belle mance, gli abitanti invece...