Intervento di V.Montieri al Bikenomics Forum di Lignano, 5 maggio 2018
Ripercorriamo i principali contenuti esposti da V.Montieri dicendo le cose con parole nostre e riferendole ad esempi puntualmente registrati da Barubici in questi 5 anni di attività. Links alla fine.
- Un territorio è tale perché abitato, è fondamentale quindi coinvolgere gli abitanti nel progetto e nella gestione delle ciclabili, trovare i modi di convivenza e di compartecipazione.
- Il paesaggio più prossimo alle ciclabili è spesso curato dai residenti confinanti, soprattutto in campagna. La mancanza di manutenzione come quella di cura crea subito molti problemi alle ciclabili.
- Ci sono piste-non-piste, qualche dm di asfalto e la bicicletta disegnata. Archetti, paletti e ostacoli vari le trasformano in barriere. Ci sono pezzi di piste decontestualizzati, invisibili, sospesi, che non valorizzano niente e pensati per nessuna utenza.
- Bisogna invertire, prevedere piste per le auto e vere e proprie strade per le biciclette. Se l’80% degli abitanti si spostasse in bicicletta, le nostre strade diventerebbero immediatamente ciclabili.
- Una Ciclovia mette in relazione luoghi e abitanti. Abitare lungo una Ciclovia come la Muenchen Venezia, vuol dire scoprire un’identità comune, considerarsi una sola destinazione, nessun punto escluso.
- Mettiamo pure in rete tutto il sistema delle stradine secondarie, ma per far passare chi? Succede che vogliono far diventare ciclabili stradine dove da sempre passano solo greggi e trattori.
- In Veneto ci sono ancora stradine silenziose, con pochi cartelli scritti e senza numeri esposti, dove i segnavia per cicloturisti sono stati piantati nel nulla su un palo alto 2 m. Campagna contesto delicato.
Bikenomics Forum 2018, il programma www.bikeitalia.it/2018/04/11/
Cosa è una Ciclovia L. 2/2018 www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2018/
V.Montieri sui criteri di qualità delle Ciclovie previsti dalla Legge 2/2018. Bikenomics Forum 2018 |
Indice
a) Esperienza, paesaggio, territorio
b) Velocità, ingombro, raggio di curvatura
c) Utenza diversa, usi differenti
d) Piste per le auto, strade per le biciclette
e) Una ciclovia non è una pista ciclabile
f) Torniamo al paesaggio
g) Migliorare le cose
h) Facciamo una prova
i) Asfalto o terreno naturale?
j) Le cose fatte bene funzionano
k) Super ciclovie
LinksTempo di lettura: 5' + approfondimenti
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a) Esperienza, paesaggio, territorio
I temi dell’intervento di Montieri: muoversi in bicicletta è un’esperienza, quando progettiamo dobbiamo tenerne conto; le infrastrutture devono confrontarsi in maniera molto attenta col paesaggio perché lo vanno a modificare; valutare bene il territorio dove intervenire, nel caso della nostra costa e pianura tener conto che è fortemente urbanizzata.
b) Velocità, ingombro, raggio di curvatura
Il mezzo nel Codice della Strada si chiama velocipede. In realtà oggi le biciclette sono tante e hanno caratteristiche diverse dalla classica bicicletta, quando progettiamo bisogna tener in considerazione le diverse velocità, gli ingombri e i raggi di curvatura. Alcune soluzioni con archetti, paletti e ostacoli vari che troviamo nelle piste ciclabili possono essere una barriera all’accesso e al movimento.
c) Utenza diversa, necessità differenti
Bisogna tener in considerazione per che tipo di mezzo progettiamo la ciclabile e molto più importante, per che tipo di utenza la progettiamo.Tipi di utenza diversi hanno necessità differenti: chi va a scuola, chi al lavoro, chi usa la ciclabile per spostamenti più lunghi, chi per trasportare cose. La persona che si sposta casa-lavoro vuole andare veloce, superare agevolmente e non frenare di continuo, di conseguenza i raggi di curvatura della pista saranno diversi da quelli di una pista progettata per cicloturisti.
La normativa dice che il min. di larghezza di una ciclabile sono 2,5 m. Nella normalità questo min è diventato un max. ed è un problema perché se ho due ciclisti che si incrociano, ogni manovra di superamento è impossibile.
d) Piste per le auto, strade per le biciclette
La soluzione è sempre stata trovare gli spazi per la ciclabilità nelle aree di risulta della mobilità automobilistica, questa posizione iniziale di progetto crea danni enormi. Bisogna invertire.
L’elemento guida per la progettazione di piste per cicloturisti è la scoperta. Nella determinazione del tracciato, tener conto dei punti di vista, di sosta e degli elementi di qualità del territorio, sono i punti focali dell’itinerario e quindi anche del nostro intervento di progettazione.
e) Una Ciclovia non è una pista ciclabile
La Legge 2/2018 codifica i termini, ci dice che una Ciclovia non è una pista ciclabile. Una Ciclovia è un percorso sicuro, ben segnalato, è un insieme di elementi che troviamo già nel territorio che sono messi in rete, valorizzati e diventano così una Ciclovia.
La Ciclovia è costituita da 2 tipi di infrastrutture: le vie verdi e le strade secondarie. Esiste tutta una rete di stradine che possono essere utilizzate per le nostre Ciclovie, in maniera molto economica, valorizzano quello che abbiamo e non consumando suolo.
10 sono le grandi Ciclovie italiane finanziate dallo Stato, la prima a partire è il progetto Vento (Torino-Venezia lungo il Po) curato dal Politecnico di Milano. Il Ministero ha messo mano ai criteri che definiscono la qualità delle Ciclovie, quindi si comincia a capire che una Ciclovia deve avere una serie di dotazioni: sicurezza, percorribilità, fondi, segnaletica.
f) Torniamo al paesaggio
Anche una pista ciclabile è un segno che modifica il territorio con le alberature, i cartelli, gli arredi, quindi grande attenzione quando andiamo a prevedere e a disegnare, anche perché abbiamo un patrimonio da recuperare strepitoso.
Conosciamo tutti le banchine stradali italiane che sono spesso terra di nessuno, dove è necessario fare una pista ciclabile separata, questa può essere l’elemento che le migliora e le valorizza.
Esistono tante stradine che si possono utilizzare come ciclabili, alcune di campagna sono usate come by pass quando c’è traffico sulla principale. Non vanno allargate, si può semplicemente fare una zona a traffico limitato, ampliare alcuni punti con aree di interscambio, mettere una serie di dotazioni lungo la strada e il risultato è uno scenario un po’ diverso, dove c’è la possibilità di condividere la stradina, a questa velocità 20 km/h, con auto, biciclette e pedoni.
h) Facciamo una prova
Se ci sono interventi di cui non siamo sicuri, facciamo una prova, vediamo come funziona e poi li realizziamo. Soprattutto di fronte a soggetti non convinti della soluzione proposta, è importante fare una prova, creare uno spazio protetto, vedere come viene usato da pedoni e ciclisti, come reagiscono gli automobilisti e quindi decidere.
i) Asfalto o terreno naturale
Chi pedala preferisce l’asfalto. Ci sono tante soluzioni che non sono asfalto e che possono essere utilizzate, attenzione però che sono prodotti di nicchia e quindi vanno testati bene.
Attenzione alla manutenzione, sappiamo che la legge impone ai progettisti di fare il piano di manutenzione, di dire quanto costa ogni anno la manutenzione della pista ciclabile. La mancanza di manutenzione crea subito molti problemi.
Soprattutto nei contesti delicati cerchiamo di introdurre segnaletiche non impattanti. I nostri centri storici sono strepitosi e non vanno offesi con grandi cartelli, che funzionano bene nelle Statali per i mezzi che vanno veloci, ma che non hanno senso nelle nostre stradine.
j) Le cose fatte bene funzionano
L'esempio della Ciclovia Brembana. I bar che prima erano su un lato della strada, una volta aperta la ciclabile si sono spostati, perché hanno capito che il business era da quella parte.
Le super ciclovie funzionano molto bene negli ambiti urbani e semi urbani dei grandi agglomerati, quella da Prato a Firenze per esempio ha una larghezza di 4 m e pochissimi incroci. Le super ciclovie sono a tutto vantaggio del ciclista urbano, ma possono dare dei grandi benefici anche al cicloturista che attraversa le periferie.
Links
- Un patto con gli abitanti
https://barubici.blogspot.it/2017/07/
- Impatto con gli abitanti
https://barubici.blogspot.it/2017/08/
- Cosa è Pedemontana Veneta
https://barubici.blogspot.it/2015/03/
- Ciclovia, questione di identità
https://barubici.blogspot.it/2018/02/
- Segnaletica, questione di immagine
https://barubici.blogspot.it/2016/03/
La Legge 2/2018 codifica i termini, ci dice che una Ciclovia non è una pista ciclabile. Una Ciclovia è un percorso sicuro, ben segnalato, è un insieme di elementi che troviamo già nel territorio che sono messi in rete, valorizzati e diventano così una Ciclovia.
La Ciclovia è costituita da 2 tipi di infrastrutture: le vie verdi e le strade secondarie. Esiste tutta una rete di stradine che possono essere utilizzate per le nostre Ciclovie, in maniera molto economica, valorizzano quello che abbiamo e non consumando suolo.
10 sono le grandi Ciclovie italiane finanziate dallo Stato, la prima a partire è il progetto Vento (Torino-Venezia lungo il Po) curato dal Politecnico di Milano. Il Ministero ha messo mano ai criteri che definiscono la qualità delle Ciclovie, quindi si comincia a capire che una Ciclovia deve avere una serie di dotazioni: sicurezza, percorribilità, fondi, segnaletica.
f) Torniamo al paesaggio
Anche una pista ciclabile è un segno che modifica il territorio con le alberature, i cartelli, gli arredi, quindi grande attenzione quando andiamo a prevedere e a disegnare, anche perché abbiamo un patrimonio da recuperare strepitoso.
Valorizzare sempre la viabilità locale e trovare i modi di gestione degli altri mezzi di trasporto che possono passare: le macchine dirette alle cascine, i proprietari frontisti, gli agricoltori, trovare modi di convivenza e di compartecipazione per la gestione della ciclabile.g) Migliorare le cose
Conosciamo tutti le banchine stradali italiane che sono spesso terra di nessuno, dove è necessario fare una pista ciclabile separata, questa può essere l’elemento che le migliora e le valorizza.
Esistono tante stradine che si possono utilizzare come ciclabili, alcune di campagna sono usate come by pass quando c’è traffico sulla principale. Non vanno allargate, si può semplicemente fare una zona a traffico limitato, ampliare alcuni punti con aree di interscambio, mettere una serie di dotazioni lungo la strada e il risultato è uno scenario un po’ diverso, dove c’è la possibilità di condividere la stradina, a questa velocità 20 km/h, con auto, biciclette e pedoni.
h) Facciamo una prova
Se ci sono interventi di cui non siamo sicuri, facciamo una prova, vediamo come funziona e poi li realizziamo. Soprattutto di fronte a soggetti non convinti della soluzione proposta, è importante fare una prova, creare uno spazio protetto, vedere come viene usato da pedoni e ciclisti, come reagiscono gli automobilisti e quindi decidere.
i) Asfalto o terreno naturale
Chi pedala preferisce l’asfalto. Ci sono tante soluzioni che non sono asfalto e che possono essere utilizzate, attenzione però che sono prodotti di nicchia e quindi vanno testati bene.
Attenzione alla manutenzione, sappiamo che la legge impone ai progettisti di fare il piano di manutenzione, di dire quanto costa ogni anno la manutenzione della pista ciclabile. La mancanza di manutenzione crea subito molti problemi.
Soprattutto nei contesti delicati cerchiamo di introdurre segnaletiche non impattanti. I nostri centri storici sono strepitosi e non vanno offesi con grandi cartelli, che funzionano bene nelle Statali per i mezzi che vanno veloci, ma che non hanno senso nelle nostre stradine.
j) Le cose fatte bene funzionano
L'esempio della Ciclovia Brembana. I bar che prima erano su un lato della strada, una volta aperta la ciclabile si sono spostati, perché hanno capito che il business era da quella parte.
I ciclisti sono incentivati a fermarsi con interventi semplici, una pompa, qualche attrezzo, il WiFi per prenotare l’albergo o il ristorante nella città successiva e tutto funziona bene. Funziona anche con attività non prettamente legate al cicloturismo, anche un venditore di mobili e uno di abbigliamento si sono girati dalla parte della ciclabile.k) Super ciclovie
Le super ciclovie funzionano molto bene negli ambiti urbani e semi urbani dei grandi agglomerati, quella da Prato a Firenze per esempio ha una larghezza di 4 m e pochissimi incroci. Le super ciclovie sono a tutto vantaggio del ciclista urbano, ma possono dare dei grandi benefici anche al cicloturista che attraversa le periferie.
Links
- Un patto con gli abitanti
https://barubici.blogspot.it/2017/07/
- Impatto con gli abitanti
https://barubici.blogspot.it/2017/08/
- Cosa è Pedemontana Veneta
https://barubici.blogspot.it/2015/03/
- Ciclovia, questione di identità
https://barubici.blogspot.it/2018/02/
- Segnaletica, questione di immagine
https://barubici.blogspot.it/2016/03/