Anima ruralità spazio tempio, l'intervento di R.Seppi
Parlando di cicloturismo, 2 anni fa Seppi a Caorle aveva proposto un cambio di parole, passare da “cicloturismo” a “turismo e bicicletta”.
Il cambio per Barubici ha prodotto subito una prospettiva diversa nella progettazione di nuove attività e nuovi hashtag nella comunicazione. Per questo l’interesse a risentirlo, primo relatore dell’Educ Tour 2018 di AgriCycle Veneto.
Parlando di cicloturismo, 2 anni fa Seppi a Caorle aveva proposto un cambio di parole, passare da “cicloturismo” a “turismo e bicicletta”.
Il cambio per Barubici ha prodotto subito una prospettiva diversa nella progettazione di nuove attività e nuovi hashtag nella comunicazione. Per questo l’interesse a risentirlo, primo relatore dell’Educ Tour 2018 di AgriCycle Veneto.
A distanza di 2 anni, il linguaggio di Seppi si è fatto più astratto: anima, ruralità, spazio, tempio. Parole a cui aggiungere l’aggettivo turistico e traducibili in: ogni luogo ha un’anima, bisogna raccontarla; il turismo si fa con gli abitanti, abbiamo bisogno di loro; mai isolare la propria attività, l’ospitalità comincia fuori; condividere identità e valori, non dovete inventare nulla.
L’intervento di Seppi costituisce un articolato e ordinato modo di procedere alla costruzione di un prodotto ciclo-turistico rurale, specifico e distinto dagli altri. Si parte con una ricerca di mercato e l’individuazione del target, per finire 9 passaggi dopo alla promo-commercializzazione del prodotto. Nel mezzo c’è un punto nuovo, almeno per Barubici, che è la sceneggiatura del percorso, di cui tener conto nei prossimi progetti.
C’è stato un altro intervento molto interessante, ricco di suggerimenti e stimoli a procedere decisi nella direzione di un cambiamento possibile, quello del Sindaco di Grisignano di Zocco, Ciclabile Treviso-Ostiglia, Vicenza. Per la passione con cui ha raccontato il lavoro svolto negli ultimi 10 anni a favore di uno stile di vita ciclabile, dedico a Lui la foto di copertina. Giovanna
Il Sindaco di Grisignano di Zocco (VI) mentre illustra alcuni risparmi: il primo, andare al lavoro in auto (8x2 km/g) costa 1.540 €/anno, andare in bicicletta 124 €/anno. |
I. A Susegana in bicicletta
II. R.Seppi, 2 anni dopo
Tempo di lettura: 6’ + approfondimenti
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II. R.Seppi, 2 anni dopo
Capire il territorio - Si fa egoturismo - Professionalità - Prodotto vanescente - Spazio vitale
Anima turistica - Luoghi turistici - Interpretare i valori - Il pdv turistico - Un tempio del turismo
Turismo rurale e ruralità turistica - Cogliere il senso del cambiamento - Un’offerta traballante - Un’offerta calibrata - Un prodotto non mescolato ad altri
Un prodotto partecipato - Fare con ordine - Alcune cifre e informazioni utili - Una debolezza veneta - Evitare la sovrapposizioneIII. Post collegati
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I. A Susegana in bicicletta
Queste occasioni di formazione danno la possibilità di un monitoraggio degli itinerari e dei percorsi cicloturistici esistenti. Si arriva facilmente a Susegana seguendo i segnali dell’itinerario cicloturistico regionale I4 Dolomiti Venezia e della Ciclovia Muenchen Venezia.
In bicicletta da Povegliano a Susegana abbiamo notato che si continua a costruire capannoni in mezzo ai campi, che ci sono grandi case degli anni ’80 in vendita e che quelle nuove in costruzione hanno spesso forma di cubo.
In termini di paesaggio fisico e sociale più prossimo agli itinerari cicloturistici questo significa che: le attività produttive anche pesanti continuano ad esserci, i camion usano le stradine diventate cicloturistiche; che gli anni ’80 sono finiti, chissà chi oggi può permettersi quelle grandi case; e che una certa scuola di architettura è arrivata anche da noi, sullo sfondo di colline, vigneti e isolate nei campi compaiono case senza tetto.
Sulla strada di ritorno, la preoccupazione maggiore è stata dover fare il ponte provvisorio della Priula, sapendo che è privo di pista ciclabile. In effetti è stato faticoso farlo, per il transito di camion che trasportano ghiaia e viaggiano in batteria di 2 e per il passaggio di una corriera di linea.
II. R.Seppi, 2 anni dopo
Il tema centri storici vs centri commerciali, luoghi vs non luoghi, è davvero vecchio. Un altro tema incerto è quello della priorità dei PressTour, che danno molto fastidio agli abitanti, soprattutto quando l’iniziativa non è condivisa nella sua fase centrale di realizzazione.
Capire il territorio
Il turismo non è fatto di formule matematiche, di schemi, di sistemi, di moduli, il turismo è un rapporto, è la capacità di guardarci in faccia, di capirci e di capire le potenzialità di un territorio, non le nostre fantasie.
Si fa ego-turismo
Molto spesso gli operatori fanno ego-turismo. Quello che piace a me deve piacere anche agli altri, senza conoscere quello che il mercato turistico chiede e le vere potenzialità turistiche del luogo.
Professionalità, non improvvisazione
La parola turismo non è molto radicata nella mentalità degli operatori pubblici né in quella dei privati. Per un’azienda, i nuovi compiti turistici richiedono impegno, professionalità e non improvvisazione.
Prodotto vanescente
Se ci guardiamo intorno, il prodotto turistico è molto spesso vanescente. Si antepone la promozione e il marketing quando ancora non si ha il prodotto.
Riuscire ad interpretare
Un prodotto turistico non è solo offrire ospitalità, è riuscire ad interpretare le esigenze e i bisogni di chi ci viene a trovare, è non deludere le sue aspettative.
Spazio vitale
Un prodotto è un insieme di servizi turistici che rendono un territorio uno spazio vitale. Lo spazio vitale non deve essere solo quello dell’azienda, ma è il territorio stesso che agisce, che si esprimere, che mostra la propria identità, l’appartenenza, la tradizione, le radici e il genio che lo abita.
Anima turistica
Un’anima turistica è fatta da un insieme di sensazioni, di emozioni, è uno degli elementi che dobbiamo riuscire a visualizzare e a trasmettere. Se non riesco a trasmettere emozioni, non riesco a fare turismo.
Luoghi turistici
Dobbiamo cercar di creare dei luoghi turistici, capaci di esprimere un sentimento. Un luogo senza anima è un non luogo. Abbiamo tantissimi non luoghi insipidi e difficilmente gestibili dal pdv turistico. Un luogo rurale è forse più facile da esprimere che altri.
Interpretare i valori
Bisogna interpretare e mettere in evidenza i valori di un territorio, che non significa scriverli in un manifesto, ma trasmetterli umanamente. Il turismo diventerà sempre più umano. Il marketing turistico tornerà a mettere la persona umana al centro. Il turismo è fatto da persone, non da cose.
Il pdv turistico
Due realtà: i centri commerciali e i centri storici. I centri commerciali annientano il territorio, del cui spazio vitale il turismo ha bisogno, e i centri storici si svuotano di contenuti originali e di abitanti. Bisogna ridare un po’ di vita ai centri storici e il territorio deve vivere. Le città purtroppo cominciano ad assomigliarsi: attrazioni, animazioni, feste e artisti sono gli stessi.
Un tempio del turismo
Pensiamo che il turismo sia trasformare tutto in spettacolo, non è così, avete tante cose vostre da mostrare, non dovete inventare nulla, dovete invece costruire il vostro tempio turistico. Come chiamiamo una chiesa “casa di Dio” così dobbiamo pensare ad una “casa del turismo”, un luogo capace di esprimere al meglio i massimi valori di quel territorio, senza essere museo.
Turismo rurale e ruralità turistica
Il turismo rurale si pratica nelle zone di campagna all’interno di strutture ricettive convenzionate e non necessariamente si avvale di quelle agrituristiche.
Dobbiamo approfondire invece il concetto di ruralità turistica, capire come rendere partecipi tutti i componenti della popolazione locale al processo di valorizzazione turistica del territorio. Non solo gli addetti ai lavori, ma tutti possono contribuire a rendere anche una piccola iniziativa attraente. Concepiamo la ruralità turistica come fatto di atmosfera sociale, facciamo in modo che il turismo entri di più nella coscienza popolare.
Cogliere il senso del cambiamento
Se vi impegnate a fare turismo e questo diventa l’elemento principale della vostra attività, bisogna entrare in un’ottica turistica ovvero sapere quello che effettivamente il turista cerca.
Un’offerta traballante
Il prodotto ciclo-turistico rurale non si esaurisce nella tracciatura di un percorso in mezzo ai campi, quello che conta è che questo percorso sia un insieme di servizi turistici considerati nel loro insieme equilibrati.
Immaginate una sedia con gambe di misure differenti, ci si siede lo stesso ma non è bello farlo. Così anche un percorso, se ha un’eccellenza e contemporaneamente una mancanza in qualche altro servizio, ecco che l’offerta complessiva diventa traballante.
Un’offerta calibrata
È importante che non ci sia un’offerta preponderante sulle altre, che metta in secondo ordine tutto il resto, è importante che il resto riesca ad emergere come si deve. Cerchiamo quindi di avere questa visione di territorio, questa capacità di equilibrio.
Un prodotto non mescolato ad altri
Il prodotto ciclo-turistico rurale si deve proporre al mercato con iniziative idonee e mirate, non mescolato ad altri prodotti. Un paio di biciclette a disposizione in azienda non risolvono i problemi, c’è tutta una scaletta di cose da fare per rendere un territorio ciclo-turistico e soprattutto anche per promuoverlo.
Dobbiamo cercar di creare dei luoghi turistici, capaci di esprimere un sentimento. Un luogo senza anima è un non luogo. Abbiamo tantissimi non luoghi insipidi e difficilmente gestibili dal pdv turistico. Un luogo rurale è forse più facile da esprimere che altri.
Interpretare i valori
Bisogna interpretare e mettere in evidenza i valori di un territorio, che non significa scriverli in un manifesto, ma trasmetterli umanamente. Il turismo diventerà sempre più umano. Il marketing turistico tornerà a mettere la persona umana al centro. Il turismo è fatto da persone, non da cose.
Il pdv turistico
Due realtà: i centri commerciali e i centri storici. I centri commerciali annientano il territorio, del cui spazio vitale il turismo ha bisogno, e i centri storici si svuotano di contenuti originali e di abitanti. Bisogna ridare un po’ di vita ai centri storici e il territorio deve vivere. Le città purtroppo cominciano ad assomigliarsi: attrazioni, animazioni, feste e artisti sono gli stessi.
Un tempio del turismo
Pensiamo che il turismo sia trasformare tutto in spettacolo, non è così, avete tante cose vostre da mostrare, non dovete inventare nulla, dovete invece costruire il vostro tempio turistico. Come chiamiamo una chiesa “casa di Dio” così dobbiamo pensare ad una “casa del turismo”, un luogo capace di esprimere al meglio i massimi valori di quel territorio, senza essere museo.
Turismo rurale e ruralità turistica
Il turismo rurale si pratica nelle zone di campagna all’interno di strutture ricettive convenzionate e non necessariamente si avvale di quelle agrituristiche.
Dobbiamo approfondire invece il concetto di ruralità turistica, capire come rendere partecipi tutti i componenti della popolazione locale al processo di valorizzazione turistica del territorio. Non solo gli addetti ai lavori, ma tutti possono contribuire a rendere anche una piccola iniziativa attraente. Concepiamo la ruralità turistica come fatto di atmosfera sociale, facciamo in modo che il turismo entri di più nella coscienza popolare.
Cogliere il senso del cambiamento
Se vi impegnate a fare turismo e questo diventa l’elemento principale della vostra attività, bisogna entrare in un’ottica turistica ovvero sapere quello che effettivamente il turista cerca.
Ruralità è uno stile di vita, è uno spazio di rapporti. Se ragioniamo in questi termini, il rurale non è più un’espressione agricola, ma diventa un’espressione turistica. L’espressione coniata è ruralità turistica: l’atmosfera, la cultura, tutto quello che dal rurale si può trasmettere turisticamente parlando.
Un’offerta traballante
Il prodotto ciclo-turistico rurale non si esaurisce nella tracciatura di un percorso in mezzo ai campi, quello che conta è che questo percorso sia un insieme di servizi turistici considerati nel loro insieme equilibrati.
Immaginate una sedia con gambe di misure differenti, ci si siede lo stesso ma non è bello farlo. Così anche un percorso, se ha un’eccellenza e contemporaneamente una mancanza in qualche altro servizio, ecco che l’offerta complessiva diventa traballante.
Un’offerta calibrata
È importante che non ci sia un’offerta preponderante sulle altre, che metta in secondo ordine tutto il resto, è importante che il resto riesca ad emergere come si deve. Cerchiamo quindi di avere questa visione di territorio, questa capacità di equilibrio.
Un prodotto non mescolato ad altri
Il prodotto ciclo-turistico rurale si deve proporre al mercato con iniziative idonee e mirate, non mescolato ad altri prodotti. Un paio di biciclette a disposizione in azienda non risolvono i problemi, c’è tutta una scaletta di cose da fare per rendere un territorio ciclo-turistico e soprattutto anche per promuoverlo.
Un prodotto partecipato
Solo un prodotto ciclo-turistico partecipato pubblico-privato è innovativo. Innovativo vuol dire che solo insieme si può fare qualcosa di nuovo, che dura più a lungo e che permette agli operatori di essere parte di un sistema turistico. Si comincia a dialogare e a considerare il turismo soggetto e non più complemento.
Fare con ordine
Non dobbiamo cambiare l’ordine della scaletta, il marketing è l’ultima cosa da fare.
Alcune cifre e informazioni utili
128 € spesa media giornaliera - 64 km percorsi al giorno - 1 viaggio all’anno di 4-6 tappe - 9 gg di ferie in 7 tappe - 75% preferiscono viaggi con cambio di alloggio - vogliono mangiare bene, divertirsi, stare insieme - scelgono strutture di qualità, anche un 4 stelle - amano paesaggi che cambiano - chiedono professionalità - 84% viaggi auto organizzati - fonti di maggior informazione Internet e passa parola.
Una debolezza veneta
La scarsa considerazione del cicloturismo da parte degli operatori turistici pubblici e privati, c’è ancora poca consapevolezza e poca conoscenza. A cascata quindi: chiusura degli esercizi ricettivi in mesi di interesse cicloturistico, mancanza di coordinamento fra organismi e enti operanti sugli stessi territori, carenza di piste ciclabili e percorsi ben segnalati, scarsa presenza di strutture ricettive dedicate.
Evitare la sovrapposizione
Differenziare i vari prodotti ciclo-turistici sul territorio, ognuno deve avere una sua specificità, dovete individuare bene quale è il vostro tipo di percorso, per non sovrapporvi ad altri, neanche con la comunicazione.
III. Post collegati
Capacità di equilibrio
Cicloturismo, un'opportunità per gli operatori turistici del Veneto
Luoghi e abitanti
Benvenuti Wilkommen Welcome in The Land of Venice
Solo un prodotto ciclo-turistico partecipato pubblico-privato è innovativo. Innovativo vuol dire che solo insieme si può fare qualcosa di nuovo, che dura più a lungo e che permette agli operatori di essere parte di un sistema turistico. Si comincia a dialogare e a considerare il turismo soggetto e non più complemento.
Fare con ordine
Non dobbiamo cambiare l’ordine della scaletta, il marketing è l’ultima cosa da fare.
1. Ricerca di mercato e target - 2. Analisi SWOT - 3. I prodotti da mettere sul mercato - 4. Governance dei percorsi cicloturistici - 5. Sceneggiatura del percorso - 6. Servizi/infrastrutture lungo il percorso - 7. Qualità affidabile del percorso - 8. Comunicazione - 9. Marketing
Alcune cifre e informazioni utili
128 € spesa media giornaliera - 64 km percorsi al giorno - 1 viaggio all’anno di 4-6 tappe - 9 gg di ferie in 7 tappe - 75% preferiscono viaggi con cambio di alloggio - vogliono mangiare bene, divertirsi, stare insieme - scelgono strutture di qualità, anche un 4 stelle - amano paesaggi che cambiano - chiedono professionalità - 84% viaggi auto organizzati - fonti di maggior informazione Internet e passa parola.
Una debolezza veneta
La scarsa considerazione del cicloturismo da parte degli operatori turistici pubblici e privati, c’è ancora poca consapevolezza e poca conoscenza. A cascata quindi: chiusura degli esercizi ricettivi in mesi di interesse cicloturistico, mancanza di coordinamento fra organismi e enti operanti sugli stessi territori, carenza di piste ciclabili e percorsi ben segnalati, scarsa presenza di strutture ricettive dedicate.
Evitare la sovrapposizione
Differenziare i vari prodotti ciclo-turistici sul territorio, ognuno deve avere una sua specificità, dovete individuare bene quale è il vostro tipo di percorso, per non sovrapporvi ad altri, neanche con la comunicazione.
III. Post collegati
Capacità di equilibrio
Cicloturismo, un'opportunità per gli operatori turistici del Veneto
Luoghi e abitanti
Benvenuti Wilkommen Welcome in The Land of Venice