19 nov 2020

MESI SENZA CICLOTURISTI

Appunti di questi ultimi mesi senza cicloturisti. In vista di un futuro possibile.

Gli appunti sono occasionali, si relazionano a un fatto recente ed sono collegati al lavoro svolto con Barubici. Dato loro un titolo, gli appunti sono presentati in ordine alfabetico: Coesione sociale - Disponibilità - Nomadi e viandanti - Off e Online - Saccheggio.

Lo schema di presentazione di ciascun appunto è il seguente: titolo, occasione di scrittura e collegamento al lavoro di Barubici. 

1) Coesione sociale - Intervista al prof. Turchi: Osservatorio sulla coesione sociale - Per fare turismo serve coesione sociale - 2) Disponibilità - Post del Prof. Dall’Ara: Ritorno alla normalità? - La variabile abitanti - 3) Nomadi e viandanti - 2018 scenari futuri - 2020 risposte ancora valide? - 4) Off e Online - Webinar di Alice Marmorini: Come analizzare un territorio in chiave cicloturistica - Per primo, guardarsi bene intorno - 5) Saccheggio - 2020 anno senza eventi - Sostegno alle attività ricettive

L'intervista al Prof. Turchi è stata trasmessa dal TGR Veneto il 16/11/2020; seguo il Prof. Dall'Ara via IN, il post a cui mi riferisco è del 10/11/2020; ho partecipato a un interessante Webinar di Alice Marmorini il 29/10/2020, a cui si riferiscono gli appunti 4) e 5). Grazie a Tutti per gli spunti di riflessione @giovanna

Post Prof. dall'Ara Ritorno alla normalità
Mia intervista del 2018 Raccontaci la tua attività
Webinar di A.Marmorini, via Gruppo Fb Alice Marmorini
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Palo senza etichetta
Mesi senza cicloturisti, durante i quali si sono visti segnavia divelti e abbandonati, etichette tolte. 


1) Coesione sociale
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Lunedì 16 novembre 2020 il TGR Veneto ha mandato in onda un’intervista al Prof. Turchi dell’Università di Padova sul lavoro di un Osservatorio sulla coesione sociale istituito con l’emergenza Covid. Il concetto centrale è che un maggior grado di coesione sociale consente di raggiungere meglio un prefissato obiettivo, in questo caso sanitario.
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Lo stesso concetto è stato espresso a conclusione del corso Turismo Lento dal Prof.Cugini: “per fare turismo serve coesione sociale”. Il parallelismo è impressionante. In vista della ripresa dovremmo quindi dare il via prima ad azioni il cui obiettivo è alzare il grado di coesione sociale e poi ad altre mirate a centrare obiettivi specifici, che per quanto riguarda il turismo di esplorazione e di scoperta riguardano l’accoglienza e l’ospitalità diffuse.
“Per fare turismo lento non serve quantità, ma coesione sociale. Serve far comprendere che conviene a tutti. Esiste un’opportunità di fare un brand e di vendere ma a patto che la visione dell’accoglienza sia condivisa dalla comunità. Accoglienza vuol dire aver costituito una rete, non dal notaio, ma nello spirito delle capacità umane.” Di più qui Turismo lento #5
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2) Disponibilità
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“...nel prossimo futuro ci potrebbe essere più di qualcuno che non sarà disposto a riaccettare i costi sociali di uno sviluppo turistico insostenibile stando in silenzio. E questo qualcuno, questa variabile “incontrollabile” è data dai turisti...” G.Dall’Ara qui
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Ai turisti aggiungo la variabile abitanti, meno disponibili di prima, soprattutto quando si parla di turismo di esplorazione e di scoperta. Agenzie e Istituzioni continuano a promettere la “connessione coi locali”, ma non si sono mai appoggiati a loro per la cura, la preservazione e la realizzazione dei prodotti turistici. 
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Un esempio: nel momento in cui da mesi non ci sono più cicloturisti, un itinerario come l’Anello del Veneto risulta letteralmente abbandonato, difficile da riprendere in mano e riproporre negli stessi termini di prima. Nel frattempo gli abitanti hanno restituito i segnavia e tolto le etichette, le attività ricettive e ristorative hanno chiuso.
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3) Nomadi e viandanti
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Ho riletto una mia intervista del 2018, anno in cui sulla Ciclovia Muenchen Venezia verso Treviso si sono registrate punte di 200 cicloturisti al giorno. Nell’intervista dicevo: “I cicloturisti che passano sono un anticipo di società futura di cui gli abitanti degli itinerari e ciclovie hanno esperienza oggi. 

Un pezzo della nostra società sarà nomade e i cicloturisti che passano ogni giorno lo mostrano concretamente, ci si può muovere con poco (bicicletta e bagaglio leggero) e andare lontano, è un cambiamento in atto. Ai residenti, quelli che hanno deciso di fermarsi in un luogo, in prospettiva non resterà loro che aprire le porte ai numerosi viandanti.” L’intervista qui
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Mi sono chiesta se la visione espressa nell’intervista potrebbe essere ancora valida nel post Covid. No, è saltata la base, la possibilità che avevamo di muoverci liberamente senza conseguenze mortali. Si, la parola turista potrebbe scomparire del tutto, nomade e viandante potrebbero avvicinarsi alla descrizione di una nuova realtà.
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4) Off e Online
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A chi si avvicina a me per sapere quanto cicloturistica è la zona in cui abita o lavora, rispondo che la prima cosa da fare è guardarsi bene intorno: hai visto forse cicloturisti passare e dove? Ci sono segni, segnali o etichette vicini a te, sai di chi sono e a cosa si riferiscono? Se sei interessato ad aprire una nuova attività o avviare un servizio particolarmente dedicato, prova a tenere un diario: una descrizione dei cicloturisti che vedi passare o che hai incontrato, le parole ascoltate, le domande, gli ordini, i contenuti della vostre conversazioni. Poi cerca Online. 
Cercate in Google che raccoglie e pre organizza le informazioni disponibili. Elaborate bene le parole chiave di ricerca e tenete traccia del lavoro svolto in un foglio Excel. Andate a vedere cosa offrono e comunicano le locali DMO. Parlate coi rivenditori di biciclette della zona. Andate a vedere nei social dedicati ai ciclisti cosa succede: Strava, Garmin Connect, Komoot, Bike Blogger, Trailforks. Se ci sono tanti ciclisti, allora il territorio è cicloturistico. Vedete se gli stranieri fanno il vostro territorio. Testate i percorsi promossi dalle DMO. Frequentate i gruppi Fb. Grazie ad Alice Marmorini
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5) Saccheggio
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Due anni fa, durante un corso di formazione alla fine dell’intervento la conduttrice ha presentato il nuovo sito di un Hotel curato dal suo team. In particolare si è soffermata su una pagina che avrebbe raccolto le informazioni sugli eventi interni ed esterni all’Hotel. Se per gli eventi organizzati dentro l’Hotel nulla da dire, per quelli esterni invece la domanda è stata: in che modo l’Hotel ha contribuito alla realizzazione di questi eventi per permettersi di collegarli alla vendita delle sue camere?
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Il parallelo è con i Bike Hotel, che funzionano come una sorta di campo base per le escursioni in bicicletta che propongono, collegate alla vendita delle camere e di altri servizi interni. La struttura Hotel o Resort che sia si appropria letteralmente di un intorno a volte esteso che non è suo: come si relaziona il Bike Hotel con gli abitanti, come contribuisce a costruire un intorno Bike Friendly? In che modo i Luxury Bike Hotel irradiano intorno a loro lo charme che vendono?
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Il problema riguarda anche le piccole attività ricettive, con le quali sono venuta in contatto negli ultimi anni: nessuna si occupa del suo intorno e del rapporto con i vicini, se non in termini conflittuali. Mancando contesto e sostegno di vicinato all’attività, diventa difficilissimo parlare di Bike Friendly.
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