31 ott 2023

CICLOVIA MUENCHEN VENEZIA: UN PROGETTO AMBIENTALE

Prima che un difficile prodotto turistico, la Ciclovia Monaco Venezia è un progetto ambientale.
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Rispondo ad una recente domanda: “Cosa intendi per progettazione ambientale: paesaggio, territorio, urbanistica?” Rifiuto la divisione in specialità, preferisco pensare ad una unità, dove l’oggetto della progettazione è la relazione del contesto anche naturale con l'umanità che passa. Rifiuto ogni sguardo romantico sulla realtà, parole come paesaggio, bellezza, valore. Accetto “tutto tranne che turistico” il turismo facile: tre belle parole, un segnale e i turisti arrivano a risolvere ogni problema.
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La Ciclovia Muenchen Venezia è un progetto di amicizia tra i popoli, quando è stato lanciato eravamo in vista delle celebrazioni del centenario della Grande Guerra ed è una via di conquista del mare e di Venezia, l'attraversamento delle Alpi è da sempre nell'immaginario dei Tedeschi.
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La Ciclovia Muenchen Venezia è un corridoio ecologico: la mobilità di questa particolare umanità è anche quella degli animali, dei frutti e dei semi che ricompongono il nostro contesto.
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2017 Ciclovia Muenchen Venezia: un difficile prodotto turistico QUI
2022 Ciclovia Muenchen Venezia: segni di abbandono QUI

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Cargo Bike del progetto Qui si legge - ottobre 2022
Porta su Treviso del Relais Monaco, campo base di Eurobike Radraisen (AT)
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Indice 

  • Ciclovia dell’amicizia Muenchen Venezia: tavolo di gestione - stabilire contatti - interazioni amicali
  • Alpenüberquerung: impresa da fare - vorticoso sviluppo - amicizia tra popoli
  • Progetto ambientale: nuova specie - sociale fisico ecologico - spostamento
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Tempo di lettura: 5' + approfondimenti
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Ciclovia dell'Amicizia

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Ricordo che il titolo del Progetto Interreg IV Italia-Austria (2007-2013) era “Ciclovia dell'Amicizia Muenchen Venezia”. Dopo 10 anni al tavolo di gestione della Ciclovia manca qualche amico, per le provincie di Treviso e Venezia non c'è più nessuno e i pacchetti vacanza offerti nel sito ufficiale della Ciclovia sono solo tedeschi.
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I vari tentativi di Barubici di stabilire contatti diretti con le principali agenzie specializzate che intermediano i cicloturisti della Monaco Venezia sono falliti. Occasioni di contatto post pandemia ne avevamo: i 30 anni di attività della Eurobike Radreisen, la ripartenza di Girolibero dopo due stagioni di assenza e FunActiveTour che proprio quest'anno ha rinnovato il suo parco etichette.
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Progettiamo l'amicizia ovvero il luogo delle interazioni amicali tra contesto anche naturale e umanità che passa. Non è che l’amicizia nasca così per caso, è preparata. L’indifferenza dei cicloturisti quando passano e l’arroganza di alcuni svela la vera natura del progetto della Ciclovia: una Via aperta alla conquista di Venezia.
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Alpenüberquerung

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Attraversare le Alpi è un'idea inculcata nella testa dei tedeschi fin da piccoli, è l’impresa da fare con gli amici dopo l'Abitur, da ripetere da vecchi e decisamente da provare. La Ciclovia Muenchen Venezia è una via ufficiale di conquista, per fare della terra dalle Dolomiti a Venezia terra loro. Si spiega così il fatto che dopo il fermo dovuto al Covid i tedeschi siano ripartiti esattamente come prima ovvero da soli e relegando ad un’etichetta il rapporto con i locali.
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Sfogliato i numeri de Il Gazzettino dei giorni del disastro del Vajont (10-13 ottobre 1963) e cercando nelle pagine interne i fatti minori, mi sono imbattuta in un paio di articoli che riguardano la Germania, di come agganciare il suo vorticoso sviluppo, dal quale - si scriveva - dipende il nostro, quello della regione Veneto. Si parla di autostrada Venezia Monaco, mai realizzata. Si parla della forza e della volontà di un popolo che si è risollevato e del loro simbolo l’autostrada.
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Progettiamo l’attraversamento ovvero il luogo delle interazioni amicali. Non è che l'amicizia tra i popoli nasca così per caso, è preparata. Se 60 anni fa cercavamo di collegarci a Monaco, ora è Monaco che viene a noi per un'altra Via, a realizzare quella conquista che i Tedeschi hanno sempre in animo.
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Progetto ambientale

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10 anni fa, alla comparsa dei segnali degli Itinerari cicloturistici regionali veneti in zone mai state turistiche prima, l’azione della Regione Veneto era stata paragonata all'improvvisa introduzione di una nuova specie in un ecosistema. La nuova specie erano i cicloturisti che hanno cominciato a passare subito e l’equilibrio disturbato era per primo quello sociale: gli abitanti vedevano passare i cicloturisti e non sapevano perché. 2 anni dopo ai segnali della Regione si sono sovrapposti quelli della Ciclovia Monaco Venezia e numerosi sono stati i grandi gruppi di cicloturisti visti passare. Gli abitanti spettatori.
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In 10 anni l’ambiente della Ciclovia dal pdv ecologico, fisico e sociale è cambiato. Peggiorato rispetto alle aspettative. Dal pdv sociale: arroganza e indifferenza. Dal pdv fisico: abbandono e mancata ciclabilità. Dal pdv ecologico: corridoio e spostamento.
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Sociale

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Cicloturisti aspri nei modi e padroni della strada, spesso non rispondono al saluto. Chiedono cosa potrebbero fare la sera a Jesolo. Indifferenza reciproca tra cicloturisti e abitanti. In campagna le piccole attività ricettive preferiscono lavorare con gli operai.
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I due anni di pandemia hanno segnato il completo abbandono dei tracciati cicloturistici da parte degli ideatori, dei gestori e degli operatori. Nel frattempo c’è chi si è affrettato a segnarne di nuovi, un fare solitario e privo di contatti che il periodo ha favorito, e chi operatore si è proclamato agenzia educativa della cittadinanza alla sostenibilità.
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Fisico

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I cantieri prima e l’apertura della Superstrada Pedemontana Veneta poi hanno di fatto spezzato tutti i tracciati cicloturistici nord sud del Veneto. Non un avviso di attenzione nel sito ufficiale della Ciclovia, non un tracciato alternativo offerto. In termini di esperienza dei turisti e degli abitanti, è stato un gettare i ciclisti tra le infrastrutture in cemento di una continua periferia industriale.
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In 10 anni ci si aspettava di realizzare una maggiore ciclabilità delle strade e stradine diventate itinerario cicloturistico invece si sono moltiplicati i segnali stradali di stop, i dossi dissuasori, gli specchi parabolici, cancellate le strisce ciclopedonali. Difficile far capire ai portatori di decisioni che la ciclabilità non è solo pista ciclabile.
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Ecologico

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Ragionando su dove realizzare un’Oasi Verde, progetto di Strada Bianca APS associazione di cui faccio parte, un’area candidata era proprio a ridosso del tracciato della Ciclovia Muenchen Venezia, in provincia di Treviso. La battuta è stata: “...un’area di ristoro per animali e cicloturisti”.
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Di qui lo spostamento di attenzione da turistico ad ambientale: dove si realizza ambiente, si realizza anche percorso. Di qui anche l’immagine di una ciclovia-corridoio ecologico: come la mobilità prefigurata di questa particolare umanità sia anche quella degli animali, dei frutti e dei semi, nonché delle idee, che ricompongono il nostro contesto, invece che dividerlo.
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Questo è l'ultimo post dedicato all'esperienza di Barubici. Cosa non ha funzionato? Il mancato spostamento di attenzione da strettamente turistico ad altro più inclusivo. La parola più inclusiva incontrata nel tempo post pandemia è stata ambiente, di cui l'ecologia è un aspetto. Cosa fare? Niente, gli abitanti restano spettatori, sanno che quello che succede non è a caso, che alla base ci sono decisioni e attività che i Tedeschi diligentemente prendono e svolgono.
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