29 apr 2019

OPERARE IN UN CONTESTO POCO CONVINTO

Turismo e bicicletta, cosa funziona e cosa no

L’obiettivo è arrivare ad una SWOT Analysis risultato di questi primi 5 anni di lavoro. Il primo passo per avvicinarmi alla complessità della matrice, è in questo post.

Ho preso la tabella in cui sono stati riassunti i risultati del Focus Group di Treviso, condotto con metodo nel 2015 da Etifor, per uno studio commissionato dalla Regione Veneto sul progetto turistico “Veneto in bicicletta” cominciato 10 anni fa. Ho messo in ordine alfabetico i 7 punti proposti e ne ho seguito la traccia, confermando alcuni contenuti e aggiungendone altri.

Avvicinarmi alla complessità della matrice significa evitare di scrivere frasi scontate e stabilire una priorità fra i problemi messi sotto uno stesso titolo. @giovanna

2015 Cicloturismo, un’opportunità per gli operatori turistici del Veneto
https://barubici.blogspot.com/2015/05/
Report cicloturismo acd Etifor, Focus Group Treviso p. 45, studio disponibile
www.regione.veneto.it/web/turismo/cicloturismo-segnaletica

Ciclovia Muenchen Venezia - La Baruchella - Treviso
Aprile 2019 : la costruzione di 1 attraversamento pedonale rialzato e 3 dossi artificiali lungo 1,5 km di Ciclovia Muenchen Venezia ha prodotto 18 nuovi pali e 32 nuovi cartelli stradali. In foto: La Baruchella, Ponzano Veneto, Treviso. Di più qui

Indice

1. Accoglienza - 2. Comunicazione - 3. Infrastrutture - 4. Prodotto - 5. Servizi - 6. Territorio - 7. Turismo sportivo - 8 Cosa funziona - Link

Tempo d lettura: 7' + approfondimento
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Sommario

1. Accoglienza

Prodotti, proposte e servizi fissi, cicloturista poco considerato, imprese isolate, contesto fisico e sociale inadeguato, imprese distanti dagli abitanti.
2. Comunicazione
Le piccole Amministrazioni come le imprese: scetticismo e isolamento. Iniziative di comunicazione fra Istituzioni e piccole attività: poche e inefficaci.
3. Infrastrutture
Problemi di sicurezza per le strade secondarie, infrastrutture cicloturistiche ideali, e problemi di manutenzione per le piste ciclabili esistenti, improbabile disegno per quelle nuove.
4. Prodotto
Il cicloturismo è considerato un’invenzione più che un prodotto. La gestione della Ciclovia Muenchen Venezia è poco condivisa. La Treviso Ostiglia è più desiderata che realizzata: baracche, depositi e fuochi.
5. Servizi
Con il noleggio turistico delle biciclette si prova ancora. Trasporto bici a bordo dei treni limitato e degli autobus inesistente. Materiali di informazione turistica prodotti da uno solo, meglio sarebbe se prodotti da molti.
6. Territorio
A Treviso il ciclismo è dorsale culturale: impresa e passione sportiva. L’importanza per il cicloturismo delle grandi gare e dei numerosi eventi ciclistici locali, bisogna collegare.
7. Turismo sportivo
Storie di imprese sportive fra amici ma nessun prodotto turistico.
8. Cosa funziona
I cicloturisti passano, sono centinaia, sono nostri vicini e nuovi reali clienti. La soglia di attenzione degli abitanti si è alzata. Abbiamo una nuova organizzazione e un nuovo sito regionale, ogni cosa al suo posto. Sono nate numerose piccole imprese, l’obiettivo è 1 ogni 2 km. Meno convinzione uguale meno concorrenza ma più pericolo di insuccesso.


O O O


1. Accoglienza

Operare in un contesto davvero poco convinto, tanto che neanche il vederli passare convince le imprese a cambiare prodotti, proposte e servizi. Parliamo di cicloturisti e di piccole attività dislocate nel territorio, le quali guardano con scetticismo al cicloturista “per quell’euro che porta” e continuano a pensarsi isolate nel loro fare impresa. 

Chi riesce a fare rete guarda all’eccellenza, ma anche il contesto dove si vuole realizzare il prodotto cicloturistico dovrebbe essere tale. Se così non è, le imprese stabiliscono subito delle distanze dagli abitanti. 

2. Comunicazione 

I problemi delle piccole imprese dislocate nel territorio, sono gli stessi delle piccole amministrazioni locali: guardano con scetticismo e si pensano isolate. Le Istituzioni sembrano capire l’importanza del passaggio di centinaia di cicloturisti al giorno, ma quel che realizzano ci dice tutt’altro. 

La comunicazione delle Amministrazioni con le attività è spesso poca e inefficace. Si continua a produrre e a pagare materiale di informazione turistica cartaceo che volentieri rimane negli scatoloni e per averlo bisogna chiederlo.

3. Infrastrutture 

Soprattutto le strade secondarie, indicate come ideali infrastrutture cicloturistiche, hanno problemi di sicurezza: sono usate come scorciatoie anche da mezzi industriali, sono molto trafficate nelle ore di punta e nelle altre tutti sfrecciano veloci. Per questo motivo gli abitanti chiedono e ottengono dossi artificiali, che contribuiscono a rendere meno fruibili i percorsi turistici. 
Per le piste ciclabili esistenti il vero problema è la manutenzione. Usate pochissimo dai locali, la loro manutenzione passa davvero in secondo piano per le Amministrazioni. L’altro problema è l’improbabile disegno di quelle nuove, più attento alle misure delle auto che a quelle delle biciclette. 

4. Prodotto

I percorsi cicloturistici sono percepiti più come un’invenzione che come un prodotto effettivo, anche se i cicloturisti che passano, soprattutto quelli che viaggiano con un T.O., testimoniano altro. Neanche l’evidenza risolve lo scetticismo iniziale (v. Accoglienza). 

L’altro problema è capire che il ciclo escursionista italiano è esigente tanto quanto il turista straniero che chiede di andare in bicicletta. Bisogna considerare il territorio uno e uno solo.

La Ciclovia Muenchen Venezia ha 2 criticità importanti, la prima, il progetto è tedesco e calato dall’alto; la seconda, la gestione è poco condivisa. Gli abitanti non sanno, capiscono solo che poco resta al territorio e non sanno come entrare nel progetto con la propria piccola attività. Considerano la Ciclovia un disturbo piuttosto che un’opportunità. 

La Treviso Ostiglia è fortemente desiderata dagli operatori turistici e dai locali, ma i residenti confinanti continuano a dare il retro delle proprie attività alla Ciclabile, che significa baracche, depositi e fuochi. Nel 2018 la Treviso Ostiglia è entrata come Itinerario cicloturistico n. 5 nel progetto “Veneto in bicicletta” ed è asse strategico nel Master Plan Piste Ciclabili della Regione. La Treviso Ostiglia come la Muenchen Venezia sono prodotti turistici difficili da realizzare. 

5. Servizi

Il Bike Sharing né a Treviso né a Montebelluna funziona e se non funziona per i locali, perché dovrebbe funzionare per i turisti? Il noleggio turistico di biciclette in un sistema integrato in Provincia è già stato provato, il progetto si chiamava BikeAway, ci riprovano ora i tedeschi di Listnride.

La possibilità di trasporto bici a bordo data ai locali come ai turisti, è limitata a 2-4 posti nei treni regionali di servizio, a volte i posti raddoppiano quando la destinazione diventa turistica. Ancora nessuna possibilità di trasporto bici nei normali autobus di linea, né a mezzo vuoto né per brevi tratti. 

I materiali di informazione turistica potrebbero essere prodotti dai molti nel territorio e confluire in un punto che li valorizzi, invece che pensare debbano essere distribuiti da un punto ai molti. Il digitale lo permette. Peccato che la pagina più social MyVeneto del vecchio sito di promozione turistica della Regione Veneto, sia nel nuovo scomparsa. 

6. Territorio 

Sicuramente a Treviso il ciclismo può essere considerato una dorsale culturale, ma con connotati prettamente imprenditoriali e sportivi: cultura ciclistica, eccellenze produttive, passione e pratica sportiva diffusa. 

La Provincia è scenario di gare di livello nazionale e internazionale e con il costruendo velodromo lo sarà ancora di più. Da non sminuire l’importanza dei numerosi eventi ciclistici locali realizzati con cura, continuità e partecipazione dalle associazioni ciclistiche. Gli eventi dalla pedalata al ciclocross vibrano tutti intorno agli itinerari cicloturistici, ma non sono ancora ad essi collegati. 

7. Turismo sportivo
Totalmente condiviso: “La provincia di Treviso è una delle terre più vocate al ciclismo sportivo sia mountain che road. Inutile elencare le eccellenze organizzative e produttive, numerose sono le gran fondo (Prosecco, Montello). Tuttavia queste eccellenze non si sentono parte di un sistema in grado di dare vita ad un prodotto turistico.” Fonte: Focus Group Treviso.

8. Cosa funziona

Funziona il fatto che i cicloturisti passano, quelli delle guide Bikeline come quelli delle Agenzie specializzate. Siamo sotto i numeri attesi e dobbiamo tener conto anche che un nuovo percorso per le Agenzie ha 1-2 anni di prova, se non funziona cambiano subito. Da una stagione all’altra un’etichetta può valere niente. 

Negli ultimi 5 anni la quota parte dei soldi spesi per il viaggio che rimangono in patria sono passati dal 57% al 69% (fonte Ciset). Hanno ragione quindi gli operatori a dire che il cicloturista spende poco, ma quel poco moltiplicato per migliaia di cicloturisti al giorno vale molto, anche dal pdv sociale. Il vantaggio è che i cicloturisti quando passano, non solo ci hanno già scelti ma diventano anche nostri vicini e nuovi reali clienti. 

Funziona il fatto che la soglia di attenzione degli abitanti a quel che succede intorno si è alzata, grazie più alle attività dei gruppi di Controllo di Vicinato che a quelle di sensibilizzazione delle Istituzioni o Organizzazioni delegate a farlo. Si è alzata anche la soglia di resistenza alla bicicletta, non si vuole cambiare, siamo lontani da un coinvolgimento attivo degli abitanti nella realizzazione del prodotto cicloturistico. 

Istituzioni e Organizzazioni venete si stanno organizzando nella forma prevista dalla Legge 11/2013, con l’obiettivo di portare tutti ad agire nella stessa direzione di successo, ogni cosa al suo posto: DMO DMP HUB IAT INFOPOINT OGD PRT PST PTA etc. Bene il piano strategico per il turismo veneto, che potrebbe funzionare se non fosse per il relativo basso coinvolgimento e il solco tracciato delle cose da fare. 

Secondo il Ciset, a 10 anni dall’avvio del progetto “Veneto in biciletta”, avrebbe dovuto nascere 1 nuova attività economica ogni 2 km lungo i 900 degli itinerari cicloturistici regionali previsti. Il temine di confronto è la Francia, si porta l’esempio de “La Loire à Velo”.
“Il progetto di riqualificazione della Regione francese tramite la promozione di un percorso cicloturistico di 800 km ha portato all’apertura di oltre 400 nuove attività economiche (soprattutto del ricettivo e della ristorazione) a ridosso dell’itinerario.“
Le politiche di finanziamento regionali hanno fatto nascere negli ultimi anni numerose micro e piccole imprese che operano nel e per il turismo. Le tante imprese, lontano da essere una minaccia, ci obbligano invece a collaborare nelle forme che immaginiamo virtuose e possibili. 

Il vantaggio di operare in un contesto poco convinto è che si ha meno probabilità di nuova concorrenza, per quelli che hanno deciso di investire. Lo svantaggio invece è che anche un solo abitante decisamente poco convinto può far saltare il prodotto, avendo bisogno il cicloturismo del sostegno di tutti.

Link

3. Infrastrutture

4. Prodotto

5. Servizi

6. Territorio 


8. Cosa funziona
04/2015 Business Plan di Barubici